Erica Ardenti – Responsabile Coordinamento donne Spi Cgil Lombardia

8 Marzo Giornata internazionale dei diritti delle donne: è ormai più di un secolo che si celebra questa data e ci sono stati anni in cui, per lo meno qui in Italia, aveva assunto la connotazione di una giornata di festa: il regalo della mimosa, le cene tra amiche. Oggi più che mai torna a essere una giornata a cui si guarda ai diritti delle donne, alle conquiste fatte e a quanto siano in pericolo, quasi ovunque nel mondo.

Oggi il nostro pensiero – ma sarebbe bene anche qualche azione – non può non andare alle donne afghane, alle iraniane, anche alle russe e alle cinesi vittime di regimi sempre più misogini, a tutte quelle che si trovano in zone di guerra a ogni latitudine, a tutte quelle che sono prigioniere della violenza maschile.

Nemmeno in Italia la situazione è rosea. Avere una donna al governo non si traduce automaticamente nell’avere politiche per le donne, anzi. Meloni in questi anni ce lo ha dimostrato. Le giovani hanno lavori sempre più precari e frammentati, le anziane vedono le loro pensioni diventare sempre più povere; gli incentivi sono solo per alcune, quelle che fanno figli. Le conquiste fatte sono messe in discussione. E tutte sono soffocate dal lavoro di cura perché per Meloni il welfare è quello familiare in primis.

I movimenti delle donne non sono mai stati un qualcosa di monolitico, si è sempre discusso, anche ferocemente a volte, ma quando è stato necessario le donne hanno saputo fare sintesi, stabilire priorità – lo sappiamo bene in Italia se pensiamo al grande lavoro delle ventuno costituenti, quasi ottant’anni fa.

Oggi è il tempo in cui non ci si può dividere, frammentare. Dobbiamo trovare i punti comuni – e ce sono – per la nostra lotta. È il tempo del rispetto delle differenti opinioni e deve essere anche quello della capacità di trovare parole d’ordine valide per tutte. È possibile. È ciò che siamo chiamate a fare.

Buon lavoro a tutte per questo 8 Marzo.